Patagonia e Terra del Fuoco
10.09.2010

Patagonia e Terra del Fuoco, terre d'avventura descritte cosi' bene da Francisco Coloane, Luis Sepulveda, Bruce Charles Chatwin, Guido Monzino … che ci hanno raccontato di stretti canali marini, di correnti gorghi e naufragi, di pampas sconfinate battute dal vento, di ghiaccai e di picchi inaccessibili, di spazi sconfinati. Come non sognare un viaggio!
Dal sognare al fare … passano gli anni, poi "Ruta 40" ci propone un itinerario interessante, viaggio individuale e …. atterriamo ad Ushuaia, la ciudad mas australe del mundo, finis terrae, fin del mundo. I diari di viaggio parlano sempre di viaggi per raggiungere mete. In Patagonia e Terra del Fuoco capisci subito che non esistono mete. Solo il viaggio.
Arrivi in un posto che si chiama La fin del mundo eppure non sei "arrivato". Non puoi fare a meno di guardare l'orizzonte: ci sono profili di monti che nascondono insenature, mari, laghi, fiumi, ghiacciai e nuvole che corrono in cieli minacciosi o di un blu senza fine. E allora non puoi pensare ad altro che a continuare il viaggio. Anche se la sosta e' piacevole. Il ristorante Maria Lola sembra una rimessa di barche rappezzata alla meglio, poi ti sorprende con una vista mozzafiato, il merluzzo nero che e' la fine del mondo ed una cameriera fuegina proprio carina.
Al parco della Terra del Fuoco Anna la guida ci racconta di strani uccelli che vivono in coppia tutta la vita, se la femmina muore il maschio si lascia morir de tristeza, se il maschio muore prima allora la femmina …. si cerca un altro maschio. Poi come un'amica di vecchia data ci serve ciorripane alla griglia ed alla fine, con un sorriso, ci consegna stivaloni e cerata e dichiara che e' una giornata rara (senza vento), ottima per scendere il fiume in canoa ed arrivare a Lapataia Bay in un modo non convenzionale. Cosi' a pagaiare per piu' di un'ora fino a quando una serie di folate minacciose ma benigne ci fanno atterrare a Lapataia, proprio vicino al gran cartello che annuncia la fine della Ruta 3 – 17848 km da "Alaska". Un giorno dobbiamo farla questa strada, magari con un camper.
Ma la Patagonia non si ferma alla Terra del Fuoco, anzi comincia da li, o forse finisce, chissa? Ed eccoci nella pampas sconfinata, in una hestancia di pastori dove un gaucio in piena regola, vestito di tutto punto ci parla di pecore e di guanachi, di lana, di pascoli di montagna e di pianura, ci insegna a tosare una pecora e poi, in disparte, ci confessa in italiano "bolognese" che si chiama "Ferrero", suo nonno era di Genova e lui ha fatto un master in scienze politiche a Bologna. Alla fine della pampas ci sono le montagne. Camminiamo con i ramponi ai piedi sul Perito Moreno (e chi se lo sarebbe mai immaginato, c'e' anche il sole) e tra una guglia di ghiaccio ed un buco blu senza fondo la guida Ramon fa il filo ai miei guanti. Dice che sono proprio belli e che lui la sera dopo il lavoro va a fare un po' di ice climbing e … Quasi quasi glieli regalo. Pero' mi servono i giorni prossimi al Paine e cosi' quando brindo con lui "whisky on the rocks" (ghiaccio rotto a colpi di piccozza) gli dico che se mi da l'indirizzo gliene mando un paio. Puerto Natales, Seno di Ultima Esperanza, allora esistono davvero questi luoghi, non sono fantasie di Coloane e Sepulveda. C'e anche una via che si chiama "Baquedano", sara' la baleniera del famoso "ultimo mozzo" chissa? Di certo le chele di granchio del ristorante "Ultima Esperanza" (quale altro se no?) sanno di mare.Ed improvvisamente dietro una curva il mare ….

Ma l'uomo in Patagonia, si sa', e' un ospite, tollerato ma non sempre accettato. Il vento si mette a soffiare e la temperatura si fa gelida. Ed allora tutti giu' di corsa verso il riparo degli alberi e dei propri rifugi. Chi in tenda, chi in rifugio, chi come noi alla confortevole Hosteria Las Torres. Piccolo privilegio, dopotutto lassu' eravamo di gran lunga i piu' "vecchi". In Patagonia c'e' posto per tutti e …. per tutte le tasche.
Conclusioni ?!?. Patagonia, un posto fantastico. Noi ci siamo andati e ci torneremo. Voi …. andateci, non ve ne pentirete.
Grazie a Francisco Coloane, Luis Sepulveda, Bruce Charles Chatwin, Guido Monzino che ci hanno reso curiosi. Grazie a Ruta 40 e Paola che hanno organizzato il viaggio (perche' dietro un viaggio c'e' sempre del lavoro). Grazie alle guide Diego, Anna, Ramon, "Ferrero", Isabella e ….altri che ci hanno "guidato" gli occhi quando non sapevamo dove posarli.
Gracias a todos los argentinos y chilenos. Hasta luego!
Carlo & Carla
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Questo Tour in Patagonia é un Must: gli unici panorami della Terra del Fuoco, i ghiacciai e le steppe....
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