La cultura Sami
In epoca medievale, nella zona nord della penisola scandinava che comprende Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno iniziato a stanziarsi popolazioni di pescatori e agricoltori: il celebre popolo dei Sami, gli unici indigeni rimasti al giorno d'oggi al mondo, con la loro lingua, cultura e costumi diversi dalle società con le quali convivono.
Nelle loro terre chiamate Sàpmi, i Sami si dedicarono a lungo all'agricoltura, alla lavorazione del ferro e alla pesca, quest'ultima in particolare fu per loro un'ottima fonte di guadagno per molto tempo. Ma intorno al 1500 i Sami che si dedicavano principalmente all'allevamento di pecore e renne iniziarono ad acquisire sempre più ricchezza e fama nella penisola scandinava, vivendo con i frutti della loro terra senza sfruttarla e rispettandola fortemente.
Essendo una popolazione prevalentemente nomade, la loro ricerca di una terra fertile, si accostò allo spostamento delle renne in ampie e verdi praterie dove potersi sfamare, in territori in seguito utilizzati per allevare il loro bestiame. L'allevamento attualmente è decisamente meno praticato, ma è comunque consentito solo a questa popolazione da una legge particolare.
Nonostante le repressioni del passato abbiamo irrimediabilmente contaminato la loro cultura e il loro modo di vivere, possiamo comunque affermare che al giorno d'oggi esistono circa 6.000 Sami che sono stanziati in rifugi nelle foreste nella regione della Lapponia, nell'estremo nord della Finlandia, che godono di benessere e soprattutto di pari diritti, al punto che la conservazione della loro lingua arcaica in pericolo di estinzione è tutelata dal parlamento autonomo di Inari.
Scopri con Ruta 40 l'antica cultura dei Sami: lasciati coinvolgere dalle loro tradizioni secolari che sono tuttora rispettate, ricordate e celebrate, in una nazione che è una delle più all'avanguardia di tutto il mondo.
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